Cartina del mondo; Giappone
Puntatore

Connessioni


Gli oggetti ci raccontano anche storie di contatti e di relazioni. Alcune connessioni intercorrono tra i beni del deposito Armeria e possono essere più o meno evidenti agli occhi di un osservatore. Riconoscere dei legami risulta piuttosto facile quando i manufatti presentano forme analoghe o tecniche di esecuzione simili. In altri casi, è invece l’appartenenza al medesimo ambito culturale o contesto di provenienza ad accomunarli e a farli dialogare.

Anche etichette, iscrizioni e numeri di inventario sono indizi di collegamenti esistenti o esistiti in passato: essi sono indicatori preziosi e testimonianza tangibile delle vicende di circolazione, aggregazione o dispersione che hanno riguardato i beni dell’Armeria e che restano ancora in parte da comprendere. Tra queste, l’allestimento tra gli anni trenta e quaranta del Novecento di molte delle armi attualmente custodite in deposito su diciotto panoplie o trofei d’armi: anche se oggi non esistono più perché nel tempo sono state smontate per problemi di conservazione, queste composizioni rimangono un’espressione concreta degli interessi, della cultura e della personalità di chi le ha volute e concepite.

Corazza manifattura giapponese; Castello di Racconigi
Corazza manifattura giapponese; Castello di Racconigi
Katana, spada manifattura giapponese; Castello di Racconigi
Katana, spada manifattura giapponese; Castello di Racconigi
Yari, lancia manifattura giapponese; Castello di Racconigi

Anche se non sono stati creati per far parte di un unico corredo, i beni esposti hanno tuttavia in comune diversi elementi. Questi riguardano sia gli aspetti propriamente esecutivi, come l’impiego degli stessi materiali pregiati, quali seta e lacca, che testimonia il ricorso a pratiche di bottega e tecniche di lavorazione simili; sia l’insieme di circostanze, finalità e valenze che ha determinato la produzione di ciascun oggetto con caratteristiche ben precise, rendendolo non solo funzionale e bello, ma anche depositario di alcuni dei valori che stavano alla base della società e della cultura giapponese dell’epoca.

Altre connessioni tra i manufatti si sono stabilite in momenti successivi: nel Novecento la corazza e le due spade si trovavano infatti allestite su un unico trofeo d’armi, mentre la picca, insieme con altri due yari, risultava montata su una panoplia che esponeva oggetti provenienti dall’Africa.

Castello di Racconigi

Reale villeggiatura e oasi naturalistica

Visitare il Castello di Racconigi oggi significa non solo rivivere i fasti di Casa Savoia ammirando le sale auliche e gli arredi originali, ma anche passeggiare tra serre e cascine e avvistare le cicogne che nidificano nel parco, oasi di grande interesse naturalistico.

Facciata sud del Castello di Racconigi (CN)
Salone d'Ercole, architetto Giovanni Battista Borra
Sala, architetto Giovanni Battista Borra; stuccatore Carlo Giuseppe Bolina; le opere esaltano la figura mitologica di Diana
Sala esposizione arredi al Castello di Racconigi
Sala Castello di Racconigi
Camera da letto; Castello di Racconigi
Camera da letto di Maria Adelaide, consorte di Vittorio Emanuele II
Gabinetto etrusco; Castello di Racconigi
Le cucine; Castello di Racconigi
Facciata sud del Castello di Racconigi (CN)
Facciata nord del Castello di Racconigi (CN)