Identità ritrovate


Ogni oggetto pone delle domande a chi lo guarda. A cosa serviva? Di che materiale è fatto? Chi l’ha realizzato? Da dove proviene? La comprensione inizia con l’osservazione e con la raccolta e la lettura delle informazioni di base: ciascun manufatto del deposito Armeria è stato fotografato, misurato e descritto nei suoi particolari, compresi i segni del tempo e le tracce lasciate dall’uomo, come per esempio le etichette, le iscrizioni, le modifiche e gli interventi di restauro. La ricerca di fonti scritte e visive, la consulenza di specialisti e il confronto con oggetti simili, presenti nelle collezioni di altri musei e istituti culturali, hanno permesso di definire l’ambito di produzione, la datazione, i materiali, le tecniche esecutive e la funzione originaria della maggior parte degli oggetti dell’Armeria.

Migfer; elmo ‘a turbante’; Castello di Racconigi
Jakicar; Cintura; Castello di Racconigi
Yataghan, coltellaccio con fodero; Castello di Racconigi
Kopesh, spada; Castello di Racconigi
Yataghan, coltellaccio con fodero; Castello di Racconigi

Castello di Racconigi

Reale villeggiatura e oasi naturalistica

Visitare il Castello di Racconigi oggi significa non solo rivivere i fasti di Casa Savoia ammirando le sale auliche e gli arredi originali, ma anche passeggiare tra serre e cascine e avvistare le cicogne che nidificano nel parco, oasi di grande interesse naturalistico.

Facciata sud del Castello di Racconigi (CN)
Salone d'Ercole, architetto Giovanni Battista Borra
Sala, architetto Giovanni Battista Borra; stuccatore Carlo Giuseppe Bolina; le opere esaltano la figura mitologica di Diana
Sala esposizione arredi al Castello di Racconigi
Sala Castello di Racconigi
Camera da letto; Castello di Racconigi
Camera da letto di Maria Adelaide, consorte di Vittorio Emanuele II
Gabinetto etrusco; Castello di Racconigi
Le cucine; Castello di Racconigi
Facciata sud del Castello di Racconigi (CN)
Facciata nord del Castello di Racconigi (CN)