Khopesh (spada) / Black Sea yataghan
Manifattura ottomana
Ultimo quarto del secolo XIX
Lega di rame, acciaio, osso, legno, velluto di seta - Inv. R 7045-13
La spada è dotata di una lama decorata con la tecnica del koftgari, un tipo di damaschinatura di origine indiana con cui si applicano all’acciaio metalli preziosi come l’oro e l’argento; nella scanalatura della parte superiore la lama conserva le tracce di un trattamento di azzurratura, ottenuto grazie alla commistione di effetti termici e chimici. Sono presenti il nome arabo dell’armaiolo Hayrettin e la data del calendario islamico 1295, corrispondente al 1878 d.C. Il terminale dell’impugnatura è realizzato in corna di capra, dalla caratteristica forma a Y.
Questo esemplare documenta una forma particolare ed esasperata di yataghan sulla cui origine ancora si dibatte: alcuni studiosi la riconducono alle popolazioni indigene del Nord Africa (Algeria e Egitto); per altri invece è identificabile con lo yataghan del Mar Nero (Laz Bichaq) in uso presso le popolazioni stanziate tra Turchia e Georgia.
Migfer (coppo di elmo “a turbante”)
Manifattura ottomana, Anatolia orientale, tribù Ak-Koyunlu
seconda metà del secolo XV
Acciaio, argento - Inv. R 7040-3
Il migfer o elmo “a turbante”, destinato alla cavalleria pesante, venne sostituito a inizio Cinquecento dal çiçak, un modello di elmo che lasciava il viso parzialmente scoperto.
La calotta è stata ricavata da un’unica piastra d’acciaio ed è caratterizzata da scanalature a spirale che imitano le pieghe di un turbante nella fascia centrale. Le due fasce orizzontali, in alto e in basso, riportano incisioni floreali stilizzate e iscrizioni a foglia d’argento, applicata a koftgari, verosimilmente di contenuto celebrativo o di buon auspicio. Lungo il bordo inferiore sono presenti cinque femminelle (anelli) originali per il camaglio che doveva avvolgere il collo e la testa. Sopra l’orbita destra è visibile il tagma di Sant’Irene, composto da una testa stilizzata di un toro entro un cerchietto, marchio che identifica l’Arsenale ottomano di Costantinopoli.
Yataghan (coltellaccio) con fodero
Manifattura ottomana, Balcani,
Inizio del secolo XIX
Argento, acciaio, legno - Inv. R 7042-20
La lama dello yataghan presenta una curvatura poco accentuata, con un’incisione in prossimità dell’impugnatura che raffigura due pesci stilizzati affrontati e due numeri arabi: si tratta probabilmente dell’abbreviazione di una data, forse il 1225 del calendario isla- mico, corrispondente al 1810 d.C. Il fodero e l’impugnatura sono rivestiti da una lamina d’argento riccamente lavorata con le tecniche del cesello, del bulino e della filigrana. A un’osservazione attenta si può notare la varietà dei motivi decorativi rappresentati: fiori, velieri, edifici e panoplie di armi. Il puntale è realizzato con un elemento zoomorfo che ricorda un pesce.
Yataghan (coltellaccio) con fodero
Manifattura ottomana, Turchia
Inizio del secolo XIX
Argento, acciaio, corallo, legno, pelle, tessuto - Inv. R 7042-16
Lo yataghan è costituito da una lama in acciaio azzurrato sul filo, decorata con motivi floreali in agemina d’argento che racchiudono entro cartigli una scritta in caratteri arabi con il nome del maestro spadaio Hüseyin e l’anno 1218 del calendario islamico, corrispondente al 1803 d.C.
La parte superiore della lama, in prossimità dell’impugnatura, presenta una decorazione in argento composta da una piastra su cui sono applicati elementi a granulazione e a filigrana di considerevole finezza.
L’impugnatura, realizzata in argento azzurrato, è ornata da un innesto di coralli. Il fodero è in legno rivestito in pelle, con terminali in argento; motivi vegetali a sbalzo, definiti a bulino, arricchiscono il puntale, mentre la bocchetta superiore è impreziosita da decorazioni a fasce, in filigrana.
Jakicar (cintura)
Manifattura balcanica, Albania o Montenegro,
Seconda metà del secolo XIX
Corniola, ottone, cuoio, metallo
(argento/peltro) - Inv. R 7051
La cintura, realizzata in pelle rigida, è ornata nella parte anteriore da tre file di corniole, in castoni di ottone con perline montati su una placca unica; la parte posteriore è decorata con placchette traforate, applicate mediante grandi rivetti in ottone a testa tonda.
La produzione di questa tipologia di manufatto è attestata nella regione del lago Scutari (Albania).
Lo jakicar poteva essere indossato sia dalle donne, come parte del corredo dell’abito nuziale, sia da soldati mercenari, identificati con il termine arnaut (albanese in lingua ottomana), che componevano la guardia del corpo dei governanti ottomani. Questo tipo di cintura è ben rappresentato nei ritratti di guerrieri realizzati nell’Ottocento da diversi pittori orientalisti, anche in regioni distanti dai centri di produzione come l’Africa nord-orientale.
Castello di Racconigi
Reale villeggiatura e oasi naturalistica
Visitare il Castello di Racconigi oggi significa non solo rivivere i fasti di Casa Savoia ammirando le sale auliche e gli arredi originali, ma anche passeggiare tra serre e cascine e avvistare le cicogne che nidificano nel parco, oasi di grande interesse naturalistico.