Il progetto Storie di scatti, memorie di luoghi. Connessioni fotografiche al Castello di Racconigi, presentato dalla Direzione regionale Musei Piemonte, è risultato tra i vincitori dell’avviso pubblico Strategia fotografia 2020, promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura, collocandosi al primo posto nella graduatoria del settore Conservazione. Strategia fotografia 2020 si inserisce nel quadro delle iniziative organizzate dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea per incentivare la ricerca e la valorizzazione della fotografia in Italia e all’estero, secondo le indicazioni del Piano strategico di sviluppo della fotografia in Italia definito dal Ministero della cultura.
La Direzione regionale Musei promuove così un programma di interventi conservativi dedicato a una parte del vasto fondo di fotografie storiche custodito nel Castello di Racconigi che annovera nel complesso oltre 18.000 scatti, ordinati per lo più in album d’epoca. Inoltre il Castello ospita anche i locali in cui agli inizi del Novecento la regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III e fotografa dilettante, fece adibire un laboratorio per sviluppare personalmente le proprie pellicole. All’interno della residenza una raccolta e uno spazio narrano, dunque, il rapporto affascinante dei membri di casa Savoia con le opportunità offerte dal mezzo fotografico: da una parte il ruolo pubblico e gli obblighi di rappresentanza della famiglia reale, protagonista e destinataria degli album; dall’altra la pratica della fotografia nella dimensione intima della camera oscura ricavata nel mezzanino soprastante la camera da bagno della regina. La trama narrativa delle immagini si dipana infatti tra pubblico e privato, affidando la celebrazione del primo a testimonianze quali scatti e dediche deferenti, mentre il secondo resta nell’atmosfera delle sale riservate alla vita privata, tra la vasca corrosa dagli acidi e i grandi tavoli da lavoro.
Tra le finalità del progetto primeggiano interventi di conservazione, catalogazione e digitalizzazione: per questo sono stati selezionati oltre 2.700 scatti, suddivisi in 43 album databili tra il 1880 e il 1935, che riguardano paesi extraeuropei, dall’Uzbekistan all’Egitto, dal Sudamerica all’Afghanistan, dalla Palestina alla Turchia, dalla Tunisia al Giappone. Organizzate come cronache di viaggio o souvenir fotografici, queste riprese trovano un denominatore comune nel ricordo per immagini, nella maggior parte dei casi offerto in dono agli ultimi due re d’Italia, Vittorio Emanuele III e Umberto II. Si tratta di un insieme particolarmente composito, una fonte visiva straordinaria per la conoscenza di luoghi, costumi, fatti storici e consuetudini socio-culturali. Autori delle foto, che ci restituiscono un’interessante pluralità di profili e sguardi, sono sia professionisti al seguito dei sovrani per illustrarne i viaggi, sia studi fotografici locali, italiani e stranieri, incaricati di riprendere le visite diplomatiche o confezionare album ricordo, e persino fotografi amatoriali.
La realizzazione dei lavori previsti permette di portare a compimento le attività di manutenzione conservativa per l’intera sezione di fotografie storiche relativa a paesi extraeuropei presente in Castello, già al centro di appositi interventi grazie alle edizioni 2019 e 2020 del progetto Sleeping Beauty, promosso e finanziato dalla Direzione Generale Musei del Ministero della cultura per il recupero e la valorizzazione del patrimonio custodito nei depositi.
In parallelo le stanze occupate dal laboratorio della regina Elena saranno destinate a lavori di recupero e rifunzionalizzazione per renderle conformi a condizioni conservative idonee all’immagazzinamento di fotografie e album, nonché risultare adeguate anche a un successivo inserimento nei percorsi di visita. Prosegue così il programma di ampliamento dell’offerta culturale che, oltre agli spazi dedicati alla vita privata come i Bagni di Carlo Alberto, punta a includere gli ambienti dei depositi, scrigni in cui si celano sorprendenti tesori, tra cui innanzitutto quelli dell’Armeria.
Il progetto intende quindi restituire e rendere fruibile un segmento ancora del tutto inedito del patrimonio novecentesco del Castello di Racconigi, individuando nello svolgimento di un organico piano di interventi conservativi uno dei presupposti per aprire nuovi itinerari di conoscenza e fornire strumenti di studio e approfondimento, anche attraverso le opportunità offerte dalla digitalizzazione. “Gli interventi previsti nell’ambito di Strategia Fotografia 2020 – spiega la direttrice Elena De Filippis – aggiungono un ulteriore e importante tassello alle iniziative per valorizzare le opere in deposito. Avviate nei mesi precedenti al mio arrivo alla Direzione regionale Musei, queste attività mirano non solo ad aprire nuovi orizzonti verso spazi sinora preclusi al pubblico, ma soprattutto a focalizzare l’attenzione sulle collezioni nascoste e poco note. Un modo, dunque, per mettere in rilievo la straordinaria ricchezza racchiusa nei musei e sollecitare occasioni di confronto, in cui la ricerca scientifica possa intersecare il senso dell’identità collettiva e rinsaldare i legami delle comunità con il patrimonio culturale e i valori della memoria che vi sono correlati”.