Art bonus

Art bonus è una misura agevolativa sotto forma di credito di imposta, introdotta dall’art.1 del D.L. 31 maggio 2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29 luglio 2014 e s.m.i., per favorire le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo.
Grazie ad Art bonus chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, può godere così di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.
Al donatore (persona fisica o giuridica) è riconosciuto un credito di imposta pari al 65% dell’erogazione liberale a sostegno del patrimonio culturale.
Tutte le informazioni su Art bonus al sito: https://artbonus.gov.it/
Diventa anche tu un mecenate della cultura contribuendo a sostenere le attività della Direzione regionale Musei Piemonte con Art bonus. Il tuo aiuto può concorrere a realizzare attività di restauro, riallestimento e valorizzazione di ambienti e collezioni, restituendo così al pubblico segmenti significativi del patrimonio gestito.

 

GLI INTERVENTI IN CORSO

Castello di Racconigi
Allestimento del percorso di visita dell’Armeria

PER SOSTENERE L’INIZIATIVA: https://artbonus.gov.it/958-castello-di-racconigi.html

Il progetto di allestimento interessa cinque ambienti dell’ala di levante al Piano terreno del Castello, costruiti durante il periodo carloalbertino, in parte ancora caratterizzati da decorazioni e arredi originari. Insieme ad altri spazi attigui, a partire dagli anni Quaranta del Novecento questi locali furono adibiti a deposito della raccolta dell’Armeria, composta da circa 500 pezzi tra armi e manufatti etnografici. Si tratta di uno dei più sorprendenti nuclei del patrimonio nascosto all’interno della residenza, esito del collezionismo degli ultimi due re d’Italia, Vittorio Emanuele III e Umberto II.
Il piano di ordinamento è finalizzato a esporre una selezione rappresentativa dei manufatti della raccolta, ripercorrendo l’identità e la stratificazione degli usi e dei significati attribuiti nel corso del tempo a oggetti e spazi. La galleria presenterà al pubblico i tre macro-ambiti culturali che compongono la raccolta (africano, ottomano ed Estremo Oriente), mentre gli ambienti successivi offriranno approfondimenti attraverso temi legati ai contesti di produzione e ricezione degli oggetti, come quelli del viaggio e del dono che ne costituiscono il denominatore comune, e saranno inclusi anche alcuni album fotografici e volumi a stampa dalla biblioteca di Umberto II.
La progettazione museografica sarà sviluppata nel rispetto degli spazi e delle loro destinazioni d’uso originarie ed è previsto l’impiego di strutture espositive e l’adozione di soluzioni illuminotecniche che ne consentano la piena leggibilità. Al contempo, considerata la specificità delle raccolte interessate, sarà prestata particolare attenzione al miglioramento dell’accessibilità cognitiva e sensoriale.
La realizzazione di questo allestimento costituisce la tappa decisiva di un più ampio progetto di scoperta, cura, comprensione e valorizzazione dei locali e delle raccolte dell’Armeria avviato nel 2019, nel cui ambito sono stati realizzati il riordino del patrimonio conservato, la rifunzionalizzazione dei locali e il restauro dei manufatti.
Diventerà così accessibile un corpus di beni inedito, con l’opportunità di implementare e diversificare l’offerta museale, arricchire l’esperienza dei visitatori e favorire anche lo sviluppo di eventi per la cittadinanza e l’integrazione culturale.

 

Palazzo Carignano
riSCOPRIRE Dante a Palazzo Carignano. Restauro e valorizzazione dello Studiolo

PER SOSTENERE L’INIZIATIVA: https://artbonus.gov.it/958-palazzo-carignano.html#stato-intervento-6028

Il progetto intende restituire alla fruizione del pubblico il cosiddetto Studiolo di Dante, un ambiente inedito dell’Appartamento di Mezzogiorno, adiacente al percorso di visita. Quando, all’inizio degli anni Trenta dell’Ottocento, Carlo Alberto di Savoia-Carignano, re di Sardegna dal 1831, decise di cedere al Demanio Palazzo Carignano, il celebre edificio costruito su progetto di Guarino Guarini modificò la sua originaria identità e da residenza privata assunse la connotazione di luogo per uffici pubblici. Scelto quale sede del Parlamento Subalpino nel 1848, dell’aula provvisoria del Parlamento Italiano nel 1861 occupando il cortile interno, e successivamente della mai utilizzata aula del nuovo Parlamento nazionale, Palazzo Carignano divenne infatti emblema del nuovo Stato. Proprio nel 1861, l’anno della proclamazione dell’unità d’Italia, il pittore Domenico Mossello fu chiamato a raffigurare l’effige di Dante sulla volta di una piccola stanza, appunto lo Studiolo di Dante. Al centro della decorazione, tra puttini e infiorescenze, il busto del Sommo Poeta, rappresentato con il capo coronato di alloro accanto alle allegorie della fama e della letteratura, trionfa, dunque, quale simbolo dell’identità nazionale, nella consapevolezza che l’identità culturale si era realizzata in Italia ancor prima di quella politica e istituzionale.
Attualmente lo Studiolo è in parte gravemente compromesso da problemi di umidità ed è pertanto previsto un intervento di restauro complessivo, finalizzato a raggiungere l’importante obiettivo di inserire questo spazio nel percorso di visita, nella prospettiva di mettere in relazione i diversi ambienti e la loro stratificazione storica e culturale, valorizzando la complementarietà delle molteplici anime che concorrono a restituire l’identità del Palazzo.

 

Castello di Moncalieri
Intervento di restauro di un set da camino con cineserie

PER SOSTENERE L’INIZIATIVA: https://artbonus.gov.it/958-castello-di-moncalieri.html

Il progetto è finalizzato al restauro di un soffietto e uno scopino (o spazzolino) facenti parte di un servizio da fuoco (set da camino) formato da pezzi non omogenei, la cui presenza al Castello di Moncalieri è documentata dagli inventari del 1880 e del 1908. I due manufatti presentano uno stato di conservazione mediocre che ne compromette la lettura e preclude l’opportunità di apprezzare le pregevoli peculiarità che caratterizzano soprattutto il soffietto. Quest’ultimo si articola in due facce a fondo nero: una mostra una scena con personaggi, imbarcazioni, architetture e vegetazione ispirata al mondo orientale, anche con preziosi intarsi in madreperla, mentre l’altra un motivo decorativo a volute dorate.
Gli oggetti rientrano in quel gusto per le cineserie che fu in voga presso la corte sabauda sin dal terzo decennio del Settecento, quando Pietro Massa, specializzato in “pitture alla cinese”, iniziò a lavorare nei reali palazzi su committenza di Carlo Emanuele III. Tuttora Villa della Regina e Palazzo Reale a Torino, oltreché le residenze extraurbane di Agliè, Stupinigi, Racconigi, e Moncalieri, mantengono, nelle architetture e negli arredi, ricche testimonianze del gusto l’Oriente che pervase la cultura dell’epoca.
L’intervento di restauro potrà quindi restituire una nuova lettura ai due manufatti, mirando a rimuovere e attenuare le alterazioni osservate, anche nella prospettiva di una nuova valorizzazione all’interno del percorso di visita. Inoltre saranno effettuate indagini non invasive per approfondire la conoscenza della tecnica di esecuzione e dei materiali utilizzati.

 

Castello di Agliè
Recupero e valorizzazione dell’appartamento adiacente la Galleria alle Tribune

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A cento anni dalla scomparsa del pittore Cipriano Cei (1864-1922), del quale è conservato all’interno della residenza il ritratto dei figli del duca Tomaso di Savoia-Genova, il Castello di Agliè si prepara a ricevere alcuni dipinti dell’artista e oggetti appartenuti allo stesso grazie alla donazione dei suoi eredi.
L’occasione offre l’opportunità di aprire al pubblico un piccolo spazio del Castello conosciuto negli inventari del 1943 come “appartamento della Dama d’onore” e adiacente alla già nota Galleria alle Tribune.
Il piccolo appartamento, che necessita di alcuni interventi di manutenzione e adeguamento per le nuove finalità di allestimento, potrà così essere inserito all’interno del percorso di visita, ampliandone l’offerta e valorizzando nuovi spazi oggi non visibili al pubblico.
Il recupero di questi ambienti costituirà la prima tappa di un programma di attività per valorizzare la figura del pittore del pittore biellese a partire dalla primavera 2023.

 

Villa della Regina
Efficientamento energetico dei sistemi impiantistici – Costruzione nuovo edificio per servizi museali

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Il complesso di Villa della Regina è costituito da due fabbricati: la Villa, di cui attualmente è climatizzato il piano seminterrato ed il piano nobile, a cui si aggiunge un piccolo edificio a servizi igienici per il pubblico; il piano secondo attualmente non è climatizzato ma esiste un circuito di riscaldamento /raffrescamento predisposto che parte dalla centrale termica; Il fabbricato di nuovo impianto che ospita la centrale termica a metano, la centrale frigorifera, il gruppo elettrogeno diesel, locali quadri elettrici.
Quest’ultimo nuovo edificio, ad un solo piano, necessita di interventi di riqualificazione ambientale ed architettonica finalizzati a ripristinare gli antichi volumi della orangerie che occupava, in allineamento, l’edificio Chiablese andato distrutto. Il progetto si concentra sostanzialmente nell’area in cui sorgeva lo scomparso edificio settecentesco, occupandone per intero la superficie e rispettandone i limiti perimetrali antichi. Il nuovo volume edilizio costituisce infatti la parte predominante e di maggiore impegno architettonico dell’intero intervento, quella che maggiormente caratterizza il nuovo assetto paesaggistico del luogo e per il quale risulta indispensabile dare sostanza ad un progetto coerente con la storia del luogo e la cultura del nostro tempo.
Il fabbricato si eleva ad un piano fuori terra e si caratterizza da una copertura piana praticabile atta ad ampliare gli spazi ad uso pubblico destinati all’estensione degli spazi di accoglienza posti all’interno della manica.
L’involucro perimetrale esterno assume una particolare rilevanza architettonica e di contenimento energetico ai fini bioclimatici. I fronti verso il parterre e verso Torino sono costituiti da un involucro vetrato con serramenti in lega di ottone brunito, vetri camera a bassa emissività, in parte semi riflettenti.
Completa l’impianto architettonico dell’involucro esteriore del nuovo edificio la copertura terrazzata, agibile dal pubblico. La superficie libera della copertura, parzialmente ricoperta da un giardino pensile, sarà lasciato libero così da ospitare differenti allestimenti o utilizzabile dal sottostante ristorante come spettacolare luogo di eventi e buffet.
L’accesso alla terrazza di copertura sarà garantito anche dall’esterno, da coloro che accedono o provengono dai percorsi di visita dei giardini monumentali mediante il percorso superiore esterno alle gallerie secentesche che collegano il piano aulico di Villa della Regina con l’esedra del padiglione belvedere della Rotonda Nord, contrapposto a quello dei Solinghi.

 

Castello di Moncalieri
Restauro di un paravento della Camera da letto della Regina

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È uno degli oggetti che si trovavano nell’Appartamento di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide, interessato dall’incendio che ha coinvolto il torrione est del Castello di Moncalieri nel 2008. A quindici anni dall’incendio e dopo gli interventi di messa in sicurezza, restauro e recupero di ambienti e parte degli arredi si intende restaurare anche questo manufatto, finora conservato nei depositi, per restituirlo alla fruizione. Si tratta di un paravento proveniente dalla Camera da letto della Regina, composto da una struttura interna in telaio di legno, un tessuto di supporto in tela di cotone beige, un tessuto principale in broccatello di cotone con orditi beige e trame rosse e una passamaneria in cotone rossa. Tutti gli elementi tessili sono applicati alla struttura lignea mediante chiodi e borchie in ottone. Il tessuto principale in broccatello è caratterizzato da motivi decorativi a medaglioni con fiori e foglie.
L’oggetto reca tracce dell’incendio o del suo spegnimento e necessita di un apposito intervento per essere recuperato. Sulle superfici tessili sono infatti presenti ingenti depositi di particellato coerente fortemente penetrato nelle fibre, oltreché macchie e gore. Il broccatello e la tela di cotone del paravento sono invece interessati da ampie lacune e lacerazioni. Mancanze consistenti di orditi creano diffuse slegature di trame da cui è possibile vedere l’imbottitura interna dei gradini della scaletta.
L’intervento prevede, per le parti tessili, una fase di pulitura finalizzata alla rimozione del particellato coerente e dei depositi presenti sulle fibre e all’attenuazione delle gore, a cui seguirà una fase di consolidamento ad ago.

 

Castello di Racconigi
Manutenzione straordinaria del Parco

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Il progetto è finalizzato alla manutenzione straordinaria del parco storico, il secondo in Italia per ampiezza (180 ha.) e uno dei parchi all’inglese più importanti d’Europa.
L’obiettivo è riportarlo a luogo di benessere e bellezza secondo il modello voluto da Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna dal 1831, seguendo la moda dei giardini all’inglese, apparentemente naturali e in realtà artefatti, con un grande lago artificiale e tre isole, un sistema di canali, ponti, dighe, caditoie, di grande ingegno tecnico, con filari irregolari di piante di alto fusto, boschetti artificiali, grandi prati e cannocchiali visivi; non solo luogo di diletto, ma anche di colture agrarie e allevamenti sperimentali, modello per l’innovazione del territorio.
Premiato nel 2010 come Parco più bello d’Italia, dopo il restauro condotto dalla Soprintendenza dal 1995 al 2010, il Parco necessità di particolare attenzione, tenendo conto anche del risparmio di risorse naturali e della biodiversità. A causa della carenza di fondi e della vetustà delle piante (180-200 anni) vi sono ampie zone pericolose che non permettono l’apertura al pubblico. Urgono interventi straordinari e, pertanto, si sta avviando un approccio sistematico articolato principalmente nelle seguenti azioni: incarico pluriennale per il censimento delle piante pericolose, il monitoraggio costante e il rinnovo della vegetazione vetusta; restauro, con fondi PNRR (€ 2.000.000,00), del “Giardino dei Principini” e di parti del sistema delle acque; collaborazione con il Politecnico di Torino per uno studio mirato alla conservazione programmata e alla manutenzione del sistema delle acque, prevedendo il recupero di pozzi.

Occorre un piano triennale (costo annuo € 200.000,00 tema di questo progetto) di interventi straordinari su parco e infrastrutture, per poi conservarne i risultati con la cura ordinaria. Sulla scorta dei piani di attività dei primi anni 2000 è stato programmato il lavoro di recupero del parco e delle infrastrutture con la collaborazione di un architetto paesaggista:
– manutenzione sponde del lago e navigli (6 km) per tratti, con interventi nelle diverse zone ogni mese per tutto l’anno
– manutenzione straordinaria di piazzali e strade articolata sull’intero anno, fatta eccezione eventualmente per i mesi più freddi
– manutenzione straordinaria degli 8 ponti con balaustre e arredi vari (panche in pietra, sedie e tavolini in ferro, pavimentazioni in ciottoli)
– manutenzione straordinaria di siepi, boschetti di bosso e arbusti da fiore
– manutenzione straordinaria dei mezzi e dell’attrezzatura in dotazione
– propagazione delle collezioni botaniche del parco e dei giardini
– incontri periodici con stakeholder e comunità per illustrare le tappe del progetto, conferenze stampa o comunicati stampa

 

Tre residenze sabaude Unesco: Palazzo Carignano – Villa della Regina – Parco del Castello di Racconigi
Interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici

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Dalla conservazione della memoria allo sviluppo sostenibile

Palazzo Carignano, capolavoro barocco giocato sull’alternanza di forme concave e convesse, iniziato nel 1679, fu commissionato da Emanuele Filiberto Savoia Carignano a Guarino Guarini. Morto Carlo Felice ed estintasi la dinastia principale, nel 1831 Carlo Alberto Savoia Carignano, divenuto re, si trasferì a Palazzo Reale cedendo il Palazzo al Demanio per le istituzioni del nuovo stato. Il salone delle feste ospitò il Consiglio di Stato e dal 1848 il Parlamento Subalpino. Dopo la II guerra d’Indipendenza (1859) si decise di ampliare il Palazzo per ospitare il parlamento del nuovo stato. Iniziato a fine 1863, su progetto di Domenico Ferri che prevedeva il raddoppio del palazzo, mantenendo i prospetti in cotto, a cui fu aggiunta una grande facciata neoclassica, fu realizzato in gran fretta, ragione probabile della sua fragilità. Durante la costruzione, nel settembre 1864, fu deciso il trasferimento della capitale.
Villa della Regina, con il suo giardino all’italiana ispirato ai modelli di primo Seicento delle ville romane ove domina l’acqua, posta in una conca panoramica, sfrutta l’esistenza di sorgenti utili al sistema idraulico delle fontane. A monte della Villa, al centro del Giardino ad anfiteatro nel complesso del Belvedere l’acqua scorre dalle sorgenti alle fontane, dal Ninfeo del Mascherone attraverso la cascatella della Naiade, su una larga scalinata fino alla “Grotta del Re Selvaggio”. Poi riprende con la Fontana della Sirena e si ferma nel Grand Rondeau. Questa linea compositiva articolata, costruita ad arte, con mascheroni, cascatelle, bacini e statue, costituisce il Teatro d’Acque seicentesco di Villa della Regina di cui si propone la conservazione programmata dell’impianto idraulico.
Il parco del Castello di Racconigi fu progettato per Carlo Alberto dal 1820 dal giardiniere tedesco Xavier Kurten mentre Pelagio Palagi riallestiva gli interni del castello. Kurten sfrutta l’acqua che da una bealera entrava da sud ovest nel muro di cinta creando, con un grande movimento di terra, un sistema di acque di 12 ettari con un grande lago, il sistema dei navigli intorno e due isole, ponti, dighe, cascate, una darsena e il molo. L’acqua circolava risalendo dal fondo del lago alla presa del canale fugatore nel cuore del parco, formando la terza isola “della Torre”, creando scorci pittoreschi dovuti al suo scorrere in canali e specchi sinuosi; intorno disegna praterie alternate a boschetti di arbusti, a boschi con alti fusti dall’andamento curvilineo. Al confine nord ovest è costruita dal 1834 la cascina neogotica della Margaria e poi le serre per innovativi progetti di allevamento e agricoltura, e intorno frutteti con pomi, peri, albicocchi. Per l’irrigazione si realizzano diversi acquedotti con paratie e chiuse metalliche in diverse posizioni.

Ai restauri delle facciate di Palazzo Carignano (2005-2006) sono seguite varie cadute di materiale. Nel 2011: cantiere somma urgenza su prospetti laterali esterni e facciata dell’800; 2017: cantiere urgente lati del cortile; febbraio 2021: intervento urgente sul lato cortile sud; agosto 2021: caduta di frammento lapideo, sfiorata una passante. Segue altro cantiere di somma urgenza con cestello e verifica e rimozione parti pericolanti. Gli interventi del 2021 forniscono primi dati sul legame fra lo stato di conservazione di tetti e lattoneria e quello delle facciate, interessate e danneggiate dal percolare irregolare delle acque piovane. Vulnerabilità dovute specie a limiti tecnici dell’apparato decorativo ottocentesco. Urge mappare le vulnerabilità e costruire un piano di conservazione che preveda manutenzione annuale per prevenire danni e pericolo.
A Villa della Regina nel 1986 fontane e zampilli erano non funzionanti. I 4 secoli di utilizzo di Villa della Regina hanno causato diverse trasformazioni alla morfologia del sito, fabbricati e al sistema idrico e delle fontane. Dopo i restauri filologici delle componenti originarie e degli elementi lapidei (non metallici) del 2003-2004, tra 2005 e 2010 l’asse del belvedere si è conservato con manutenzioni impiantistiche continuative e controlli annuali. Dal 2012 al 2022: interventi sporadici di manutenzione ordinaria A fine 2022 è stato dato l’incarico per una ricerca documentaria sull’evoluzione storico-compositiva del sistema delle acque e sull’attuale stato di consistenza
Il sistema delle acque del Castello di Racconigi nel 1980 era in totale degrado: profili alterati di lago e canali, fondali rialzati per accumulo materiale decomposto, atrofizzazione acque. Si erano accumulati 80 cm di limo sul fondo, le acque stagnanti avevano favorito le infestanti. Il progetto di ripristino del sistema si è valso della consulenza del Dipartimento di Ingegneria del Territorio dell’Ambiente del Poli di Torino e del Dipartimento di idraulica di Mondovì. I restauri, dopo 17 anni, necessitano della manutenzione programmata al canale immissario, un articolato manufatto ipogeo in laterizio con salti di quota e vasche di sedimentazione utili a garantire portata e qualità dell’acqua e alimentare correttamente lago e navigli. I recenti deficit idrici, sempre più siccitosi, minano la conservazione dell’intero parco, che ha nel lago una riserva idrica di vitale importanza. Il canale, colmo di limi e rifiuti, è in stato di vulnerabilità e fragilità. Urge un metodo di intervento con indagini diagnostiche e da reiterare su ulteriori elementi del sistema idraulico del parco, come il canale fugatore, indispensabile per l’ottimale funzionamento del sistema e per salvaguardare il parco con una gestione sostenibile delle scarse risorse idriche. A febbraio 2023, avvio collaborazione col Politecnico per studiare lo stato di consistenza del sistema.

 

Castello di Racconigi
RESTAURARE LA LUCE. Conservazione e valorizzazione delle vetrate neogotiche delle Margarie

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La proposta prende in esame i due spazi aulici del complesso delle Margarie, situato al fondo del parco del Castello di Racconigi: la cappella del Beato Alberto e il reposoir della Regina. Il complesso della Margaria (Ernesto Melano, Pelagio Palagi, 1834-1843) e delle Serre (Carlo Sada, 1844-1848), che si staglia al fondo del parco del Castello di Racconigi, rappresenta uno degli esempi più alti e raffinati del neogotico italiano e internazionale. Disegnata come un castello neogotico “a uso cascina”, nell’Ottocento.
La Cappella del Beato Alberto è decorata con stucchi, stipiti ornati, cornici e costoloni che dividono la volta in otto campi. Alla sua decorazione lavorò il pittore Francesco Gonin. La vetrata della cappella fu eseguita nel 1844, su modelli preparatori del Bellosio (perduti) raffiguranti le storie del Beato Alberto, da Pietro Bagatti Valsecchi, miniaturista e pittore su vetro milanese. La cimasa della vetrata, con la Vergine, il Bambino e angeli, fu invece affidata a Giovanni Bertini. La vetrata fu esposta a Brera nel 1844, prima di essere collocata sulla parete della cappella dove si trova tutt’ora.
Il Reposoir della Regina è situato nella torre angolare di levante e fu come uno splendido salottino di sosta per la regina Maria Teresa, risolto all’interno in un luminoso gotico fiorito tra intrecci di nervature vegetali sullo sfondo di un cielo popolato da putti e angioletti. L’ambiente è caratterizzato dall’inserimento di “finestroni con vetri dipinti a fuoco” secondo un sistema di vetrate realizzate da Pietro Bagatti Valsecchi. Le vetrate del reposoir rappresentano anche una importante testimonianza storica, per via di una serie di ritrattini, tra cui quello del Palagi “con gran cravatta, fronte spaziosa e capelli arruffati.
Lo stato di conservazione delle vetrate, finora mai affrontate dal punto di vista conservativo, si presenta mediocre e richiede pertanto un intervento di manutenzione straordinaria. L’attività conservativa si rende indispensabile e urgente sia per contrastare la progressione dei fenomeni di degrado, principalmente dovuti alle lesioni presenti, sia per garantire la conservazione dei beni e un adeguato livello di sicurezza agli ambienti nel collegamento tra spazi interni ed esterni.
La proposta e le attività di valorizzazione correlate mirano a promuovere la conoscenza e la cura di un patrimonio attualmente non accessibile al pubblico e migliorare l’esperienza fruitiva dei visitatori e della comunità locale, con particolare attenzione alle persone con disabilità cognitiva.